LA PROSPETTIVA DEGLI UOMINI. LA TRAGEDIA DI GENOVA E NOI, PADRONI DI NIENTE

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«Oddio, oddio, oddio, Dio santo… ». La voce registrata in un video di un uomo che vedeva crollare davanti a sé il Ponte Morandi sale a ogni sillaba di tono, inorridita e incredula. Non è possibile – pare di sentire i pensieri dell’uomo – deve essere un incubo. Non può, un colosso di cemento armato e acciaio come quello, spezzarsi come un pezzo di gesso su una lavagna e lasciare due monconi sospesi sul vuoto, e, sotto, macerie immani, su cui i soccorritori si arrampicano, affannate febbrili formiche. Genova, l’apocalisse sull’autostrada, almeno ventisei morti alle undici e trentasette di una vigilia di Ferragosto…

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(Marina Corradi, Avvenire.it, 15/08/2018)