Chiesa di San Nicolò (Patrono di Mira)
IL CAMPANILE
Nelle incisione del Costa, (sec. XVIII), la torre campanaria appare incorporata nell'edificio stesso della chiesa; purtroppo non ci sono altre documentazioni e del campanile si parla solo dopo il crollo di quello di San Marco (14 luglio 1902). ln seguito a quell'evento, da un'ispezione risultò che anche il campanile di Mira presentava qualche rischio e allora se ne decise la demolizione.
Le tre campane furono sistemate provvisoriamente sul troncone rimasto e, protette da una struttura in lamiere, venivano suonate a martello. La prima pietra della nuova costruzione fu posta il 15 giugno 1913, ma le vicende della prima guerra mondiale e le difficoltà del primo dopoguerra bloccarono a lungo i lavori che ripresero solo nel 1939, quando mons. Ronconi decise di proseguire l'opera sulle fondamenta già apprestate.
Epigrafe commemorativa del campanile rinchiusa nel vano della prima pietra, posta il 15 giugno 1913.
Huius turris
Ex ingenio praescriptoque
Marci Tolotti Architecti
Auspicalem lapidem
Pio pp. X pont. Maximo
Victorio Em. III Italor. Rege losepho Granzo Archipresbitero
Equite Caietano Pazienti rebus gerundis praefecto
Ioan. Nalin Em. Scotton et Antonio Mion
Aedis S. Nic. Curatoribus
XVII Kal.Jul. MCMXIII
Fr. Andr. Hyacinthus Longhin
Episcopus Tarvisius
Sollemni ritu lustravit
"Il vescovo di Treviso Fra Francesco Andrea Giacinto Longhin con una solenne cerimonia pose la prima pietra di questa torre, costruita in base al progetto dell'architetto Marco Tolotti, essendo Sommo Pontefice Pio X, re d'Italia Vittorio Emanuele III, arciprete Giuseppe Granzo, sindaco il cav. Gaetano Pazienti, procuratori della chiesa di San Nicolò Giovanni Nalin, Emilio Scotton e Antonio Mion. 15 giugno 1913"
Il nuovo campanile fu terminato e inaugurato nel 1939 ed esso servì spesso, al tempo del secondo conflitto mondiale, da rifugio antiaereo durante i bombardamenti alleati.
L'opera, i cui progetti e disegni sono dell'arch. Primo Miozzo, è costituita da una fondazione appoggiata su una palificata di larice, su cui si innalza una base quadrata rivestita di pietra d'Istria, seguita da un fusto in mattoni a faccia vista, poi dalla cella campanaria a doppio ordine di bifore, sormontata da una cupola a base ottagonale con doppio ordine di finestre.
Le campane, in numero di cinque, dedicate tutte ad un santo, sono posizionate nella parte inferiore della cella. L'altezza di tutta l'opera, dal terreno alla sommità della croce che lo sovrasta, è di 66 metri.
Quando il nuovo e attuale campanile fu terminato, cessarono anche gli sfottò e le battute rivolte ai miresi dagli abitanti dei paesi vicini perché avevano le campane "picae sul figaro", alludendo e alla lunga sistemazione provvisoria e al suono non sempre armonioso che da esse proveniva: finalmente il 14.10.1939, le cinque nuove campane, lavorate e fuse dallo Stabilimento Pontificio Colbacchini di Padova, consacrate da S. Em. il Cardinale Patriarca G.A. Piazza, fecero sentire per la prima volta le loro voci in un memorabile concerto di suoni.
La loro storia non fu sempre felice, perché durante la seconda guerra mondiale, quando scarseggiarono i metalli per la guerra, esse furono requisite: alcune furono nascoste e sfuggirono così agli incaricati i quali, però, "l'8 gennaio 1943, verso mezzogiorno, gettarono giù dalla cella campanaria la terza delle cinque campane, che si ridusse in pezzi".
Una grande lapide sul lato sud, in pietra d'Istria, ricorda l'inaugurazione dell'opera e la scultorea presenza di un leone, opera di Franco Miozzo, in pietra di Vicenza, indica l'appartenenza della chiesa al patriarcato di Venezia.
LAPIDE DEL CAMPANILE
Mons. Cav. Tacito Ronconi Nixon
Prelato Domestico di Sua Santità
Arciprete di Mira
Consacra la memoria perpetua
la gloria di tre purissimi avvenimenti italiani
VENTENNALE DELLA VIITORIA
DECENNALE DELLA CONCILIAZIONE
FONDAZIONE DELL'IMPERO
A questa sua torre monumentale li affida
Quale ricordo - scuola - pegno di grandezza
Alle future generazioni
XXVIII X MCMXXXIX - XVIII
Un grande orologio, la cui cornice è pure in pietra d'Istria, con due quadranti, uno sulla parete sud e l'altro su quella nord, indica e batte le ore. Il vecchio meccanismo, ormai messo fuori uso per gli anni, è conservato nel luogo di passaggio dalla chiesa alla canonica.