Chiesa di San Nicolò (Patrono di Mira)
PRESBITERIO
Nel presbiterio, in alto, le due pareti e il soffitto dell'altare maggiore sono abbelliti da tre riquadri ad affresco, opere di Giovanni Carlo Bevilacqua (Venezia 1775-1849), pittore di cui si conosceva, fino a qualche tempo fa, assai poco, decoratore tra l'altro anche di Villa Pisani a Stra, ed eseguiti, come risulta dalla sua autobiografia, intorno al 1818, con un altro affresco, oggi purtroppo perduto, di San Nicolò Vescovo in abiti pontificali seduto.
Sulla parete di destra, nell'affresco "Gesù presentato al tempio", l'artista rende visivo quello che l'evangelista Luca narra nel suo Vangelo, (LC. 2, 22.38): Maria, con Giuseppe, sempre in secondo piano, appoggiato al suo bastone fiorito, osserva e ascolta con una certa apprensione le parole profetiche del vecchio Simeone che ha il piccolo Gesù tra le braccia, mentre la profetessa Anna "sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme". Il paggio che porta l'offerta prescritta dalla Legge, una coppia di tortore o di giovani colombi, appare vestito con abiti non consoni all'epoca, ma di un periodo assai più tardo.
Sull'altra parete "Gesù accoglie i fanciulli": Gesù allarga le braccia per accogliere i bambini che le mamme sembrano spingere verso di Lui; dietro due discepoli guardano, un po' rabbuiati, la scena. È un episodio noto del vangelo di Luca in cui Gesù esalta la semplicità e la purezza di cuore necessarie per accogliere il suo messaggio e raggiungere il regno di Dio.
Sul soffitto a volta, proprio sopra l'altare maggiore, in un ovale, sempre ad affresco, "Gesù mostra il suo sacro cuore": Gesù si presenta con il cuore circondato da fiamme, coronato da spine e sormontato da una croce. La festa del Sacro cuore fu celebrata per la prima volta in Francia, probabilmente nel 1685, dopo le visioni avute da Santa Margherita Maria Alacoque, suora francese nata nel 1647 e morta il 17 ottobre 1690. Un angelo, inginocchiato davanti a Gesù, regge tra le mani un calice da cui si irradia una grande luce e che Gesù stesso sembra indicare con la sua mano destra aperta, in cui si vede la piaga del chiodo della crocifissione.